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Castello di Torrechiara
Una perla di raro valore artistico e un’apparizione di incredibile suggestione per chi arriva a Langhirano risalendo l’antica “valle del Prosciutto di Parma”, tra i dolci colli ricamati a vigneti di Malvasia e Sauvignon (D.O.C.). Perfetta coniugazione di elementi medievali e rinascimentali il castello è stato costruito dal nobile Pier Maria Rossi tra il 1448 e il 1460 per l’amante Bianca Pellegrini d’Arluno, su un’altura che domina la vallata del torrente Parma: questa posizione, ora suggestivamente panoramica, era un tempo strategica per garantire il controllo sul territorio.
Il Castello di Torrechiara fa parte del circuito dei Castelli del Ducato.
Pier Maria Rossi, conte di Berceto, marchese di San Secondo, è certamente uno dei personaggi più interessanti del ‘400, spesso paragonato a Lorenzo il Magnifico. Alle doti del valente condottiero militare unisce quelle di fine umanista e colto intellettuale, ama la musica e la poesia, conosce le scienze astrologiche, matematiche ed architettoniche: è lui stesso il probabile artefice del complesso progetto del maniero di Torrechiara e pare che i bastioni e le cortine murarie del castello rivelino relazioni proporzionali rapportabili alle consonanze musicali, ispirate alla geometria pitagorico-platonica che influenzò l’arte del Rinascimento.
Nelle lunga frequentazione della corte milanese il Rossi raccoglie importanti successi militari come capitano al servizio prima dei Visconti e poi degli Sforza, ma non sfugge al dardo fatale di Cupido! Conosce qui infatti e si innamora della nobile Bianca Pellegrini, che abbandonerà il marito e la sua terra per seguirlo. Lui costruisce per lei l’alcova “Altiera ed felice” di Torrechiara, una rocca possente protetta da tre cinte murarie e quattro torri angolari, ma dal cuore "gentile", un'armoniosa fusione dei caratteri funzionali della fortezza con l'eleganza e le ricercatezze proprie di una residenza nobiliare: i beccatelli sottili e lunghissimi che ornano le torri angolari, snelle e leggere sulla base maschia della fortezza, dissimulano la loro utilità difensiva e si fanno ammirare per la loro astratta bellezza.
L’interno offre al visitatore un tripudio di sale affrescate, tra le quali la splendida Camera d’Oro considerata una delle più alte espressioni pittoriche del gotico internazionale in Italia: la stanza celebra il trionfo dell’amore di Pier Maria e Bianca, ma anche il prestigio della famiglia Rossi nel parmense, attraverso il viaggio immaginario di Bianca, “pellegrina” per amore, tra i vasti possedimenti e le terre del feudo. Questo mirabile capolavoro attribuito a Benedetto Bembo, documento iconografico prezioso per la precisa e minuziosa descrizione “al vero” dei castelli e del territorio, avvolge e coinvolge il visitatore in un susseguirsi dinamico quasi ‘cinematografico’ di scene, dove la protagonista avanza con soave leggiadria tra le balze appenniniche, sotto un sole che trapunta di fiammeggianti raggi dorati il cielo patinato di cobalto. L’oro che ancora si coglie nel bagliore degli astri, nel fogliame e nei broccati degli abiti, rivestiva un tempo interamente le formelle di terracotta che ricamano la parte inferiore delle pareti, inondando di luce i visitatori della camera, che da questo ha tratto il suo nome. Il ricordo di quella magia è adesso solo evocato nelle sobrie e “nude” formelle rosse, dove spiccano i cuori dei due amanti, avvinghiati in un abbraccio “digne et in eternum”. Di altissima qualità anche gli affreschi “a grottesche” degli altri ambienti di rappresentanza del maniero, realizzati da Cesare Baglione e collaboratori, Giovanni Antonio Paganino e Innocenzo Martini: il salone degli stemmi, la sala di Giove, del Pergolato, degli Angeli, dei Paesaggi, della Vittoria, del Velario, la sala di caccia e pesca e il magnifico salone degli Acrobati.
Il complesso architettonico, che alterna queste preziose sale agli ambienti di servizio quali le cucine e le scuderie, è distribuito su due piani attorno prestigioso Cortile d’Onore, oggi teatro di importanti spettacoli ed eventi estivi. Affacciata sul cortile anche la cappella di corte, detta di San Nicomede, che un tempo accoglieva l’importante polittico raffigurante la Madonna in trono con il Bambino e i Santi Antonio Abbate, Nicomede e Pietro martire del 1462, di Benedetto Bembo (oggi conservato al Museo del Castello Sforzesco di Milano).
La struttura castellana è dotata di un ampio ed interessante sistema sotterraneo di segrete, aperte alle visite in alcune straordinarie occasioni. Gli ultimi restauri hanno inoltre reso nuovamente fruibili gli originari e panoramici camminamenti di ronda.
Da non perdere, all’interno delle imponenti mura fortificate che circondano il castello, una passeggiata tra le case del delizioso borgo medievale, che conserva intatto l’impianto costruttivo originale dell’antico abitato annesso al castello. Il Castello di Torrechiara fa parte del circuito dei Castelli del Ducato.