In epoca feudale le mura del Castello di Tabiano fecero da sfondo ad assedi, battaglie e tradimenti, storie di guerra che macchiarono di sangue le mura di molti castelli.
Quelle stesse mura videro nascere in mezzo a tanta violenza anche dolci amori, sentito la voce dei trovatori cantare la bellezza delle dame, visto sfilare giovani fanciulle in eleganti abiti di seta.
E mentre di tante guerre si è cancellato il ricordo, il nome magico di una di queste dame continua a brillare ancora oggi, 800 anni dopo: Solestella da Bardi, signora del Castello di Tabiano sul finire del XII secolo.
Che nome meraviglioso per una fanciulla del medioevo! Immaginiamo questa bambina all'interno del maestoso Castello di Bardi correre nelle oscure stanze sui pavimenti di legno, sotto lo sguardo attento della mamma, delle zie e delle fantesca. La chiamano a gran voce quando gioca a nascondersi dietro una catasta di legno presso un camino o ad una corazza lasciata nel corridoio e gli antri del castello risuonano delle voci "Solestella, Solestella, dove sei, vieni qui!".
Più grandicella, la vediamo durante i rari festeggiamenti sbirciare cavalieri e dame da qualche pertugio o dalle porte che menano in cucina, mentre l'occhio si posa su qualche giovane aitante e bello, figlio di uno degli amici del padre, o del trovatore, che con i suoi canti porta a fantasticare di mondi lontani, aldilà del fiume, aldilà dei monti, verso il mare, verso la misteriosa e grande pianura!
Il padre, Arimanno da Bardi, la presenta fiero agli amici guerrieri ed ai giovani cavalieri ansiosi di prenderla in moglie: ecco, la mia Solestella!
E con quanta fierezza la conduce all'altare in sposa al potente Guglielmo Pallavicino!
Ora la vediamo a Tabiano a ricamare preziose tappezzerie, a suonare il liuto, a governare la servitù. Noi proviamo a immaginarla ormai donna, in tutta la sua bellezza, i capelli raccolti da reticella dorata, gli abiti drappeggiati, ammirare dall’alto di una finestrella il vasto panorama e l’arrivo al Castello di Tabiano di dame, cavalieri e menestrelli.
Dal matrimonio con Guglielmo nascono tre maschi, Uberto il Grande Pallavicino, Manfredi, signore di Scipione, e Pelavicino, il primo trovatore del Nord Italia, che crea nel Castello di Pellegrino una piccola corte di poeti e menestrelli.